Più di 65.000 persone unite dalla musica e dalle canzoni di uno dei più grandi autori degli ultimi anni.
Non provavo un emozione simile dai tempi in cui un ometto con i ricci, che aveva cambiato una città, cominciava a far parlare di sè non più per le sue imprese ma per fatti di cronaca.
Nell'attesa dalle 15:00 alle 21:30 seduto sul prato, pensavo a tante cose, e su una in particolare mi sono soffermato a riflettere: la "ola" (si scrive così? ero tentato dal metterci una "H" ma mi sa che finivo per fare un saluto spagnolo
Vedere migliaia di persone di tutte le età, provenienti da tutto il SUD (e forse anche NORD), appartenenti a diverse categorie sociali, partecipare insieme a questo gesto, applaudire e incitare, mi faceva pensare (e illudere) che unire le persone, pur se in condizioni totalmente opposte, forse è possibile.
Ho pensato agli ostaggi in tuta arancione davanti alle telecamere, e poi ai agli iracheni fotografati e umiliati nudi nelle carceri, e poi a tutto l’odio che l’umanità riesce a sviluppare.
Non ne voglio fare una questione politica; non sono mai stato CONTRO la guerra, ma nemmeno a FAVORE. Semplicemente perché non sono in grado di proporre una soluzione per mettere la parola FINE.
Però Venerdì sera… ho sognato per un attimo che Vasco avesse regalato volo aereo e biglietto a mille iracheni scelti a caso, e che in mezzo alle 65.000 persone questi mille iracheni si scatenassero a ballare e cantare insieme agli altri. Così, forse, la mattina dopo si sarebbero svegliati non con il pensiero di andare a tirare pietre. Non con l’idea che ci sono invasori da cacciare, o terre da difendere, o infedeli da punire.
… ma tutto questo l’ho solo sognato. però in fondo… ho realizzato che per toccare l’animo delle persone non è necessaria la violenza. Della serata in mezzo ai 65.000, del personaggio che non è certo un esempio da seguire, qualcosa mi è rimasto. E, pur non essendo un fans sfegatato, sono contento di essere stato li, perché qualcosa ho imparato…