da Gioxy » dom mar 11, 2007 7:20 pm
Guarda che sono 15 anni che è obbligatorio l'impianto di messa a terra nelle abitazioni, che impone che tutte le prese siano dotate di apposito contatto di messa a terra (il centrale per le prese italiane e le linguette laterali nel caso di prese "tedesche" o "schuko", e a questo dovrebbe essere collegato (internamente, tramite l'alimentatore) lo chassis del PC, compresi quindi gli slutter (la banda metallica con cui si fissano le schede del PC) e il polo esterno di tutte le prese che dovessero esserci...
Quindi se la tua messa a terra funzionasse la scossa non potresti prendere dalla massa (o calza) della scheda... ma neanche dal polo interno (o polo caldo), che nel peggiore dei casi potrebbe arrivare a ~30V, il che é abbondantemente al di sotto della soglia della scossa, che in alternata è sopra ai 50V e in continua è ancora superiore (beh, a meno che non ci metti la lingua!)...
Il cavo che viene dalla padella potrebbe invece "generare" una differenza di potenziale (spesso avviene per induzione da linee elettriche vicine), ma anche la padella e tutte le apparecchiature (splitter, DiSEqC e quant'altro) dovrebbero avere il loro bel collegamento alla messa a terra (che infatti è sempre presente come da norme CE): se manca la messa a terra l'impianto d'antenna potrebbe comportarsi fare da parafulmini, sparandoti giù un bel po' di KVolt!
Ma quello che mi sembra più probabile (e lo puoi testare subito, con un semplicissimo "cercafase") è che il tuo PC non è correttamente messo a terra (presa tripla senza polo di massa? multipresa troppo economica? PC portatile?): se non c'è nient'altro che è connesso a terra il gioco è fatto, è facile che si possa prendere la scossa...
Potresti anche limitarti a mettere a terra l'impianto d'antenna prima di attaccarlo al PC, cosa facile da fare se il cavo termina in una presa a muro a cui poi va attaccata la classica "bretella" per arrivare al deco o alla SS2...
«fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza» (Dante, Inferno XXVI, 119-120)